Il Mercoledì delle ceneri è un giorno piantato nel cuore della settimana lavorativa, che per i cristiani assume un alto valore simbolico: oggi inizia il tempo di Quaresima. È un tempo, quello della Quaresima, che inizia a ridosso del carnevale e che, proprio per questo, rischia di apparire come l’esatto contrario di tutto ciò che lo ha preceduto. Se il carnevale è sinonimo di allegria, il mercoledì delle ceneri fa piombare nella tristezza; se il carnevale ha trovato espressione in bagordi e mangiate, la Quaresima richiama alla penitenza, all’astinenza e al digiuno. Tutto questo oggi viene sottolineato dall’austero segno delle ceneri, che tra poco riceveremo sul capo, accompagnate dalle parole di Gesù: convertitevi e credete al Vangelo. Parole dure, impegnative, che invitano ad una seria conversione e a un cambiamento decisivo di vita.
In realtà nella liturgia della Chiesa, non esistono tempi più o meno tristi: sempre si celebra la vittoria di Cristo sulla morte e questo per noi è una perenne fonte di gioia. Allora che cosa è la Quaresima? È un tempo “forte”, un tempo, come ci hanno ricordato le letture che abbiamo appena proclamato, di misericordia e non di giudizio, di impegno non di fatalismo, di conversione e non di distruzione. È un vero tempo di grazia in cui ritrovare i sapori genuini, antichi e sempre nuovi e delicati del nostro rapporto con Dio. È tempo di conversione.
La prima conversione è nei confronti di Dio: è a lui che si apre il cuore; è a lui che si vuol fare ritorno; è di lui che si avverte il desiderio; è in lui che si cerca misericordia e pace.
Ma non si tratta di una conversione celebrale, intellettiva. È tutta la nostra esistenza che si protende a Dio. ecco perché il cammino quaresimale prevede parole e gesti, realtà che toccano l’anima ma anche il corpo, segni che – se compiuti con sincerità – ci aiutano a ritrovare una pace e una armonia sconosciute. Che in questo tempo l’elemosina, la preghiera e il digiuno coinvolgano tutta la nostra esistenza, facendole assumere atteggiamenti nuovi:
elemosina: la solidarietà verso chi soffre e chi è povero, che si manifesta attraverso gesti discreti, rispettosi della dignità di chi si trova nel bisogno;
preghiera: la ricerca sincera di Dio che si esprime non solo nella grande assemblea, ma anche nei luoghi della vita domestica, nella propria casa;
digiuno: il desiderio di ciò che è essenziale attraverso un digiuno che dichiara a Dio la nostra fame e sete di Lui, della sua Parola, del suo Perdono, della sua presenza.
don Simone