V Domenica di Quaresima

6 aprile 2025 – Anno C

La parabola del padre misericordioso che abbiamo meditato domenica scorsa, aspetta un’applicazione concreta e a questo provvede il Vangelo di oggi. Guai se il bene si riducesse a vaga poesia: bisogna scendere nel concreto! Poiché il modo peggiore di dire NO al Vangelo, non è l’aperto rifiuto, ma la falsità di chi accetta il Vangelo e poi vive in modo contrario (esame di coscienza alla fine del tempo di quaresima!!!). La scena del Vangelo di oggi ci presenta una donna sorpresa in adulterio. È questo certamente un peccato grave: un avvilimento dell’amore che viene ridotto a solo istinto, passione; è un peccato che tradisce il senso che Dio ha dato all’amore e quindi mortifica una delle presenze più vive di Dio nel mondo. Però nasce un problema: cosa si deve fare davanti a queste situazioni? Una soluzione può essere questa: fare finta di non aver visto nulla e dire al Signore come il fariseo nel tempio: Ti ringrazio che non sono come gli altri

È un atteggiamento comodo, che non procura noie, non suscita problemi. Ma è giusto chiudere gli occhi e far finta di nulla? La risposta di Gesù è netta: avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete … ero nudo, carcerato … queste parole ci dicono che con la partecipazione attiva ai problemi del prossimo io do la misura del mio amore a Cristo. Bisogna allora intervenire. Ma come? Anche i farisei di oggi intervengono, vogliono agire e subito e aspettano di essere confermati da Gesù nella pena da dare a questa donna … Gesù resta muto e si mette a scrivere per terra: gesto stupendo di amarezza e superiorità. Egli evidentemente non è d’accordo! Cristo condanna l’intervento ipocrita di chi ha solo il gusto di condannare. La vendetta non è nei piani di Dio (cfr. padre misericordioso). Pensiamo a quante volte di fronte agli sbagli degli altri anche noi abbiamo gli stessi atteggiamenti dei farisei: Ha sbagliato, quindi condanna! Ma perché ha sbagliato? No, questo non conta! Ma nessuno l’ha mai aiutato. No questo non conta! Ma noi che esempio abbiamo dato? Anche questo non conta. Cristo risponde con chiarezza che il bene non si impone a sassate. Per fede si muore martiri, ma non si fa morire! Il Signore ci mette in guardia da quel rischio sottile di sentirsi buoni solo per il fatto che gli altri non conoscono i nostri peccati (c’è Dio che li conosce tutti!). La vera bontà poi non porta mai a disprezzare gli altri, ma a mettersi a servizio degli altri. Così fa Gesù con la donna. Il suo modo di fare è la risposta alla nostra domanda: se dobbiamo intervenire di fronte al male qual è la strada? La risposta di Gesù alla donna mette in luce la sua intenzione di recupero, di salvezza, di riconquista al bene. Il peccato è condannato, ma il peccatore è sempre cercato, amato, atteso.

don Simone